CYBERSICKNESS: Basta nausea da realtà virtuale, la scienza ha trovato una possibile soluzione

CYBERSICKNESS: Basta nausea da realtà virtuale, la scienza ha trovato una possibile soluzione
La realtà virtuale è fantastica, è immersiva, dà l’impressione di essere nel posto, ma purtroppo non è per tutti. O almeno, non è per tutti nell’immediato perché il problema della cybersickness c’è, esiste, e va accettato. Il malessere da movimento rappresenta un ostacolo significativo per la diffusione della realtà virtuale. Cosa fare? Uno studio condotto dall’Università di Edimburgo, in collaborazione con il Centro Inria dell’Università di Rennes in Francia, ha individuato una soluzione semplice ed economica: la musica.

La soluzione alla cybersickness

Lo studio nasce da un problema concreto, quello cybersickness appunto, visto che molti utenti VR lamentano emicrania, nausea e ansia, ovvero i sintomi della “cybersickness”, dopo appena una settimana di utilizzo. La causa principale è un conflitto tra ciò che vedono gli occhi e ciò che percepisce l’orecchio interno: gli occhi vedono movimenti che avvengono a distanza, mentre l’orecchio interno non registra alcun spostamento fisico, creando una disorientazione che porta al malessere. È ciò che viene chiamato “conflitto vergenza-accomodazione” (vergence-accommodation-conflict).

Questo è uno dei grandi problemi da sempre della Realtà Virtuale perché da una parte permette un’immersione fantastica, dall’altra è un’immersione che il nostro cervello percepisce, ma non il resto del corpo.

Cos’è il conflitto vergenza-accomodazione?

Il conflitto vergenza-accomodazione è alla base del cybersickness. Nella nostra visione quotidiana, infatti, gli occhi compiono due movimenti simultanei per mettere a fuoco gli oggetti:

  • Vergenza: gli occhi convergono, avvicinandosi tra loro, se l’oggetto è vicino, mentre divergono se è lontano.
  • Accomodazione: il cristallino all’interno dell’occhio si deforma per regolare la messa a fuoco.

Nella realtà virtuale, invece, questo non accade. Gli oggetti virtuali appaiono a diverse distanze, anche molto lontani, ma in realtà si trovano sempre alla stessa distanza fisica dall’occhio. Questo crea un conflitto tra i due movimenti oculari: gli occhi si comportano come se l’oggetto fosse vicino o lontano, mentre il cristallino rimane fisso sulla distanza reale del visore. Il che comporta una serie di sintomi:

  • Nausea: una sensazione di malessere allo stomaco e desiderio di vomitare.
  • Mal di testa: una pressione o un dolore pulsante alla testa.
  • Vertigine: una sensazione di instabilità o disorientamento.
  • Affaticamento oculare: bruciore, prurito o difficoltà a mettere a fuoco.

Ora abbiamo una soluzione

La buona notizia è che esiste una soluzione, seppur insolita. I ricercatori hanno testato l’effetto della musica in sottofondo durante simulazioni di montagne russe virtuali. In un primo esperimento online, è stato chiesto a un gruppo di partecipanti di valutare brani “gioiosi” e “calmanti”. La scelta era fra:

Musiche allegre

  • Sock Shopping di Ray Amir
  • Il Concerto n. 4 Brandenburg in G Major, Allegro di Bach
  • The Good Times (versione strumentale) degli Chic
  • Thunder and Lightning Polka di Johann Strauss
  • La Primavera di Vivaldi
  • Summertime dei Morning Light Music

Musiche rilassanti

  • Watermark di Enya
  • Piano Bar Jazz di Pinegroove Music
  • Mellow Sky di Ray Amir
  • Maharishi Gandharva Veda di Amar Nath
  • Electra degli Airstream
  • Weightless dei Marconi Union

A questo link si può scaricare un esempio da 30 secondi di ciascuna canzone.

Le canzoni scelte sono state Good Times degli Chic e Mellow Sky di Ray Amir.

Successivamente, 39 uomini e donne tra i 22 e i 36 anni sono stati sottoposti a test di memoria, velocità di lettura e tempi di reazione prima di affrontare un “luna park virtuale” con montagne russe. Ogni partecipante ha effettuato tre giri, due con musica allegra o rilassante e uno in silenzio. L’ordine dei giri è stato casuale.

I risultati dello studio

I risultati sono stati sorprendenti. Sia la musica allegra che quella rilassante hanno ridotto significativamente l’intensità della nausea. Tuttavia, la musica allegra, ovvero l’iconica “Good Times” dei Chic, si è dimostrata più efficace nel ridurre complessivamente la cybersickness.

Lo studio ha misurato il malessere attraverso test di memoria verbale, misurazione delle pupille, tempi di reazione e velocità di lettura. Tutti questi parametri sono peggiorati quando “Good Times” non era presente.

Un dato curioso riguarda la differenza di genere. Gli uomini hanno mostrato una minore suscettibilità alla cybersickness, ma solo perché in maggioranza avevano esperienza di videogiochi. Donne e uomini con lo stesso tempo trascorso sui videogiochi hanno manifestato livelli simili di malessere.

Quindi, in attesa di soluzioni tecnologiche definitive, si potrebbe provare a guardare i video o a muoversi in VR ascoltando musica allegra, che poi sia la disco dance o altro poco importa, l’importante è ascoltare musica.

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