La prigione del futuro è inquietante: ecco il PROGETTO COGNIFY per manipolare i detenuti con AI e VR

La prigione del futuro è inquietante: ecco il PROGETTO COGNIFY per manipolare i detenuti con AI e VR

Negli anni molti si sono chiesti se sarebbe etico una detenzione “preventiva” alla Minority Report o a molte innovazioni mostrate da Black Mirror. Chissà cosa si dirà se questo progetto Cognify dovesse diventare realtà. In pratica, in futuro le prigioni potrebbero essere sostituite da strutture rivoluzionarie che puntano alla riabilitazione rapida dei detenuti tramite l’impianto di falsi ricordi. Questo è il concetto alla base di Cognify, una struttura di riabilitazione ideata dal biologo molecolare e divulgatore scientifico yemenita Hashem Al-Ghaili.

Una prigione futuristica

Al-Ghaili immagina una prigione futuristica che si allontana dal modello tradizionale, concentrandosi invece sulla riabilitazione attraverso l’impianto di ricordi artificiali nei detenuti. Questa idea non è solo frutto della fantasia: «La scienza dietro questa tecnologia esiste già, ma sono i confini etici a impedire che diventi realtà», afferma Al-Ghaili a Wired. Il concetto di Cognify nasce dai  limiti del sistema giudiziario attuale e dal ruolo cruciale che i ricordi vividi giocano nel modellare i comportamenti umani. Secondo lo scienziato, il mondo carcerario di oggi non funziona: «Le carceri spesso non riescono a realizzare un’efficace riabilitazione comportamentale, come evidenziato dagli alti tassi di recidività».

Il Processo di Riabilitazione: un “Cura Ludovico” 2.0

Ricordate il celebre “Cura Ludovico” di Arancia Meccanica? Ecco, qui non andiamo tanto lontani. Il processo di riabilitazione di Cognify si articola in quattro fasi fondamentali:

  1. Consenso del Detenuto: Ogni prigioniero deve dare il proprio consenso per partecipare al programma.
  2. Scansione Cerebrale: Viene effettuata una scansione del cervello per determinare le aree da targetizzare.
  3. Impianto dei Ricordi: I ricordi artificiali vengono impiantati nel cervello, in un procedimento che dura solo pochi minuti e varia in base alla natura del crimine commesso.
  4. Monitoraggio: Dopo l’impianto, i detenuti vengono monitorati per osservare i cambiamenti comportamentali.

Al termine di questo processo, i detenuti possono essere rilasciati nel giro di pochi giorni e, secondo la teoria di Al-Ghaili, non dovrebbero più avere delle ricadute.

Come sono creati i ricordi

I ricordi artificiali sono creati utilizzando contenuti generati da AI, che convertono informazioni visive in codici e li trasmettono direttamente al cervello, immagazzinandoli nel DNA e RNA, ritenuti legati alla formazione della memoria. Al-Ghaili afferma che esperimenti simili hanno già avuto successo sugli animali, facendo sperare che sia possibile anche per gli esseri umani. Un altro metodo consiste nell’uso di un laser a bassa pulsazione per innescare diversi ricordi.

Oltre all’aspetto etico, uno dei problemi è che l’impianto di ricordi artificiali potrebbe alterare il senso di sé dei detenuti e potrebbe essere soggetto ad abusi per adattare le persone a standard sociali predefiniti. Inoltre, è necessario considerare come questa tecnologia influirebbe sugli psicopatici, che costituiscono una percentuale significativa della popolazione carceraria e che sono noti per le loro risposte emotive carenti e la mancanza di empatia. Secondo il NIH, uno dei centri di ricerca medica più importanti al mondo, gli psicopatici hanno da 20 a 25 volte più probabilità di finire in prigione e di assumere comportamenti violenti rispetto ai non psicopatici. Al-Ghaili suggerisce che combinare l’impianto di ricordi artificiali con altre forme di terapia, come la terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe migliorare i risultati.

Il futuro sarà davvero così

Nonostante le sfide e lo scetticismo, Al-Ghaili è determinato a trasformare l’industria carceraria grazie alle ultime innovazioni tecnologiche. Sebbene non possa fornire una tempistica precisa per la realizzazione di Cognify, ritiene che, superando le restrizioni etiche, la tecnologia potrebbe essere pronta in meno di un decennio da oggi. Gli esperimenti positivi su modelli animali e le recenti invenzioni nei modelli AI text-to-video mostrano un futuro che sembra volgere davvero verso Cognify. La prigione del futuro immaginata da Al-Ghaili rappresenta una visione audace e innovativa della riabilitazione criminale. E forse anche psicologica perché se basterà impiantare dei codici comportamentali nel cervello delle persone, allora anche tanti problemi psicologici (dall’ansia alle fobie, alle malattie psicosomatiche) potrebbero essere risolte.

Al tempo stesso, però, potrebbe essere manipolato anche il comportamento di persone che potrebbero votare un determinato soggetto politico, accettare o rifiutare determinate scelte oppure avere comportamenti più o meno aggressivi. Insomma, addio al libero arbitrio e alla potenza dell’errore che ci ha resi quello che siamo. Un futuro inquietante.

© Riproduzione riservata.