La SOLITUDINE DEGLI ANZIANI nelle case di cura si può superare con la VR: «Indossano il visore e sorridono»
Molti pensano alla Realtà Virtuale sono per le sue applicazioni nei giochi, dimenticando che può essere molto utile anche per gli anziani. Anzi, forse uno degli usi più significativi di questa tecnologia riguarda proprio il miglioramento della qualità della vita degli anziani nelle case di cura. Questi, infatti, attraverso visori di realtà virtuale, possono vivere esperienze straordinarie, come viaggi in luoghi esotici o attività che non avrebbero mai pensato di poter fare a causa delle limitazioni fisiche o mentali.
Indice
La realtà virtuale come strumento di connessione
È il wcpo ci Cincinnati a raccontare la storia di Joann Kersh, una donna di 88 anni residente in una struttura per anziani a Monroe, Ohio. Lei è un esempio di come la realtà virtuale possa cambiare la vita delle persone. Attraverso un visore VR, Joann si è ritrovata seduta nella cabina di pilotaggio di un aereo acrobatico, sorvolando la Croazia. Anche se fisicamente si trovava nella sua residenza a Monroe, la sensazione era quella di essere davvero in volo, tanto che il ruggito dei motori le impediva perfino di sentire le domande che le venivano rivolte. Sei minuti dopo, il volo finì, ma l’esperienza rimase impressa nella sua mente, portandola a riflettere su quanto fosse sorprendente poter vivere un’avventura del genere senza mai lasciare la propria stanza.
Contro la solitudine
Il visore che Joann indossava è prodotto da Rendever, un’azienda specializzata nella creazione di contenuti VR pensati per gli anziani. Questo dispositivo ha lo scopo di aiutarli a combattere il senso di solitudine e di isolamento sociale, problemi che affliggono una percentuale significativa di residenti nelle case di cura. E non è un fatto isolato. Uno studio ha rilevato che il 40% degli anziani che vivono in queste strutture soffre di una profonda sensazione di solitudine, il che contribuisce a un generale declino nella qualità della vita. La realtà virtuale diventa quindi uno strumento potente per far sentire gli anziani di nuovo connessi al mondo, anche quando le loro condizioni fisiche li costringono a rimanere in un ambiente limitato.
Un’opportunità di stare insieme
Uno degli aspetti più interessanti dell’utilizzo della realtà virtuale nelle strutture per anziani è la possibilità di vivere esperienze collettive. Può sembrare un controsenso: uno indossa il visore e si isola, quindi è l’opposto. E invece no, perché anche se ogni partecipante ha il proprio visore, l’esperienza è controllata centralmente tramite un tablet, che consente al gruppo di “viaggiare” insieme in diversi luoghi virtuali. Questo non solo aumenta il coinvolgimento, ma offre anche un’occasione per interagire e condividere le proprie emozioni con gli altri residenti.
Nella struttura in cui Joann vive, gli anziani hanno avuto l’opportunità di partecipare a una varietà di attività virtuali: alcuni hanno guidato auto da corsa, altri hanno visitato santuari per animali, mentre altri ancora si sono rilassati su una veranda virtuale. Queste esperienze aiutano a mantenere attive le menti e forniscono stimoli che altrimenti sarebbero difficili da ottenere nella vita quotidiana.
Una sensazione di umanità e vitalità
Per Joann, una delle esperienze più significative vissute attraverso la realtà virtuale è stata la visita a un santuario per animali, che ha evocato ricordi della sua infanzia. Suo padre era cresciuto in un luogo simile, e questo le ha permesso di sentirsi di nuovo connessa con il suo passato. Anche se queste esperienze non sono reali in senso fisico, gli effetti emotivi sono tangibili. Joann ha dichiarato che, nonostante la consapevolezza di dover trascorrere il resto della sua vita in una casa di cura, il visore VR le ha restituito una sensazione di umanità e vitalità. Uno degli esempi più significativi di questo fenomeno è la storia di un residente che, dopo aver provato la simulazione di guida, era così convinto di aver realmente vissuto quell’esperienza da sentirsi emotivamente e persino fisicamente coinvolto. Questo tipo di reazioni dimostra quanto la tecnologia possa essere efficace nel creare connessioni emotive profonde, persino quando si tratta di attività che nella realtà sarebbero impossibili.
Questi impatti emotivi non sono casi isolati. Kim Porter, direttrice delle attività per l’assistenza infermieristica qualificata presso Ohio Living Mount Pleasant, ha notato cambiamenti simili in molti degli altri residenti:
«L’ultima cosa che vuoi è che le persone pensino di essere appena venute qui e questa è la fine. Vogliamo davvero che sappiano che c’è molta più qualità della vita che possono avere» (Kim Porter)
Anche coloro che hanno difficoltà a comunicare o che soffrono di gravi limitazioni cognitive mostrano un miglioramento significativo del loro stato d’animo quando utilizzano il visore. Sorrisi, risate e un rinnovato desiderio di interagire con l’ambiente circostante sono solo alcuni dei segnali positivi osservati:
«Alcuni dei nostri residenti a lungo termine che forse non riescono nemmeno a comunicare. Gli mettiamo questi visori e all’improvviso sorridono, ridono e interagiscono con ciò che stanno vedendo» (Kim Porter)
Tecnologia inclusiva
Uno dei punti di forza del sistema Rendever è la sua accessibilità. Anche se alcuni residenti potrebbero non sentirsi a proprio agio con l’idea di indossare un visore VR, il sistema permette di proiettare le esperienze su un televisore, consentendo a tutti di partecipare, anche solo come osservatori. Questo rende la realtà virtuale un’attività inclusiva, che può essere goduta da tutti, indipendentemente dalle limitazioni fisiche o mentali.
Inoltre, il fatto che ogni esperienza sia controllata da un tablet centrale consente al personale della struttura di personalizzare le attività in base alle preferenze e alle esigenze degli ospiti. Alcuni potrebbero voler esplorare luoghi lontani o vivere avventure emozionanti, mentre altri potrebbero preferire momenti di relax e tranquillità. Le opzioni includono meditazioni dal vivo, giochi e quiz, il che garantisce che ci sia sempre qualcosa di adatto a ogni residente.
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