I bambini di 10 anni potranno usare il Metaverso e la realtà virtuale: i pericoli e le contromosse. Ma è la scelta giusta?

I bambini di 10 anni potranno usare il Metaverso e la realtà virtuale: i pericoli e le contromosse. Ma è la scelta giusta?

Sin dall’avvento dei social network nella cultura di massa, la domanda che si sono posti gli educatori è stata “a che età è corretto far usare i social network?”. A questa domanda ha risposto il mondo reale: a fronte di regole di iscrizione per cui bisogna essere maggiorenni, in realtà i social cominciano ad essere usati, e abusati, anche prima dei 10 anni. Questo sembra essere un problema, ma Meta, che comunque è una società privata, che deve puntare al profitto, ha pensato bene di non tenerne conto e ha recentemente annunciato un ampliamento delle possibilità offerte ai bambini di età compresa tra i 10 e i 12 anni sui visori Quest. Questa mossa, ovviamente, non è priva di controversie e solleva numerose domande sulla sicurezza e l’appropriatezza dell’esposizione dei minori a queste tecnologie avanzate.

L’annuncio di Meta

Nei giorni scorsi Meta ha dichiarato che i bambini tra i 10 e i 12 anni potranno presto interagire con altri utenti negli ambienti di realtà virtuale accessibili tramite i visori Quest. Ovviamente, questa interazione sarà possibile solo con l’approvazione dei genitori sugli account dei minori associati al dispositivo. Finora, infatti, ai bambini non era consentito chattare o interagire con altri avatar sulle piattaforme del gruppo di Menlo Park. La decisione di Meta arriva in un contesto non privo di problematiche. Gli episodi di molestie nella realtà virtuale sono stati numerosi, l’ultimo dei quali ha coinvolto una ragazza inglese di 16 anni che ha subito un’aggressione online su una piattaforma VR. Anche la ricercatrice Nina Jane Patel fu vittima di molestie su Horizon Worlds, il social VR di Meta, due anni fa. Quindi ok i controlli dei genitori, che però spesso ne sanno meno dei loro figli, ma quanto può controllare un genitore? E qui torniamo al solito discorso: si possono mettere codici di protezione sulla tv, sul computer, sugli smartphone, ma nessun genitore può controllare h24 un figlio. Tantopiù se ciò avviene in un mondo totalmente virtuale come quello di Horizon Worlds o delle chat nei videogiochi sui visori. È già quasi impossibile farlo sullo smartphone o sulle console, figuriamoci in un ambiente chiuso come un visore.

Le misure di controllo dei genitori

Per mitigare i rischi di eventi tragici, Meta ha implementato una serie di misure di controllo parentale. I genitori potranno aggiungere contatti approvati con cui i loro figli possono chattare o effettuare videochiamate, e inviare o accettare inviti per unirsi a loro in esperienze VR, sempre approvate dai genitori. Questi account richiedono l’approvazione dei genitori al momento della configurazione e offrono protezioni specifiche per i 10-12enni, come l’accesso a una libreria di app ed esperienze adatte alla loro età, e la possibilità di monitorare il tempo di utilizzo e gli acquisti.

Solo coloro che seguono o sono seguiti dal proprio figlio potranno diventare contatti autorizzati. I genitori avranno la possibilità di gestire questi contatti, aggiungendoli o rimuovendoli direttamente dalle liste dei seguiti e dei follower dell’account del preadolescente. Se due bambini vogliono interagire tra loro, sarà necessaria l’approvazione dei genitori di entrambi.

L’obiettivo di Meta

In Italia e in altri paesi, il dibattito legislativo sullo sharenting, i baby influencer e le attività dei minori online è in corso. Tuttavia, le piattaforme come Meta continuano ad avanzare rapidamente, spesso superando la velocità con cui vengono emanate nuove leggi e regolamenti. Questa situazione rischia di rendere obsolete alcune normative già al momento della loro approvazione. E, lo ripetiamo, Meta deve produrre profitti e il suo interesse è far sì che gli utenti siano felici all’interno del suo microcosmo senza sentire l’esigenza di uscirne. L’interesse di Meta, infatti, è che, introducendo i bambini alla realtà virtuale in giovane età, questi utenti diventino più familiari e propensi a utilizzare la tecnologia man mano che crescono. Anche perché non bisogna dimenticare che i bambini, anche molto piccoli, usano già social di realtà virtuale come Roblox e Minecraft, entrambe popolari tra i giovani utenti.

In quest’ottica viene anche visto l’abbassamento dell’età minima raccomandata per l’acquisto e l’utilizzo dei visori Quest 2 e 3 da 13 a 10 anni.

Fonte: Wired. Foto creata con l’AI

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